Una donna silenziosa, l’Inglesa.
Diafana e schiva.
Arrivata un giorno in un paesino di montagna dell’Appennino tosco-emiliano.
Sopra Pistoia.
Non si era mai vista, lassù. Una donna come lì non ve ne erano.
In un borgo chiuso e duro come un pugno, in cui lei fa nido.
Una donna che su quelle montagne trova il suo nascondiglio.
Una solitaria che sa camminare in salita con la fatica.
Muta, come i montanari.
Con lei un cane, una lupa nera.
La sua ombra. Un femminile sacro, sapiente.
Ancestrale.
Quel femminile che non viene più trasmesso da madri, nonne, ave.
Eppure esiste, sepolto, nei nostri tessuti, permeati di pratiche antiche e sensualità.
Quel sentire che rende l’aria il vento fertile dell’amore.
Quel connettersi profondamente con le stagioni, le direzioni, le piante, le orme degli animali selvatici e il loro spirito, che dona senso alle cose.
Dalle radici alle stelle.
Una storia che sancisce e ricorda il sacro legame antico con la terra e i suoi elementi.
Con il cuore e le sue profezie.
Per non scordare che gli elementi, sacri, essenziali, sono parti integranti di ognuno di noi.
Per non dimenticarsi di vivere ringraziando.