Il libro, utilizzando lo stesso approccio metodologico seguito per il precedente scritto dell'Autore, "Buddismo e Massoneria", si pone come un espediente per approfondire essenzialmente il concetto di Creatore, tentando di armonizzare le risposte elaborate dal Buddismo, che già ampiamente analizza il funzionamento della Vita e della Morte, con quelle assunte dalla Kabbalah ebraica.
Il Buddismo è una filosofia di vita e al tempo stesso una religione pragmatica che mette in grado chiunque di richiamare e manifestare la propria intrinseca natura illuminata.
Il suo pragmatismo, tuttavia, induce a considerare superfluo investigare sui misteri dell'inizio del Tutto e sulla possibile esistenza di un Creatore.
La Kabbalah ebraica incentra, invece, la sua speculazione, teosofica e mistica, proprio sul tentativo di svelare tali misteri attraverso la decifrazione di un Codice divino nascosto nei libri della Torah.
L'autore cercherà di comparare principalmente queste due visioni, apparentemente così distanti, ma aventi come oggetto di studio unificante i misteri della Vita, individuandone punti di contatto ed elementi di differenziazione.
Una sorta di esperimento razionale mosso dal desiderio di riunire ciò che è sparso e, coerentemente con tale fine, andando a toccare le visioni cosmogoniche anche di altre religioni, apparentemente ancora più distanti, come quelle del Zoroastrismo e della mitologia norrena o le riletture degli antichi testi da parte di studiosi quali Sitchin e Biglino.