Il Cremlino non può non avere valutato, alla luce delle sue audacissime strategie, tatticamente non improvvisate dall’oggi al domani, che le aristocrazie venali planetarie non sarebbero state per nulla disposte a cedergli elegantemente il passo.
In questa lotta titanica, l’Europa si trova tra due fuochi, a Est Cina e Russia, a Ovest gli Stati Uniti, con l’aggravante di Biden con la sua prole sventata e le sue sconcertanti incontinenze verbali, a parlare solo di quelle.
Il tentativo di far passare Putin per un mostro dai connotati pateticamente caricaturali, per rimpiazzarlo con un regime change innescato da un doloroso e inestricabile Vietnam ucraino, è la strategia nemmeno tanto occulta di Washington e dei centri di potere che ne muovono le politiche.
Da cui i rifornimenti di armi per una guerra che non deve finire e i negoziati di pace che restano bloccati nelle paludi stige di interessi che vanno ben oltre quelli del popolo ucraino.