Nella ricerca della verità, del mistero della vita e di Dio, gli esploratori si dividono in due grandi categorie.
Da una parte ci sono i religiosi con la loro devozione a qualcuno, e dall’altra i ricercatori metafisici o spirituali che non riconoscono alcun padrone.
La scienza ha da poco scoperto che l’uomo è mosso, sempre e soltanto, dalla ricerca del piacere. Alla base di ogni ricerca c’è un ormone cerebrale chiamato dopamina che sospinge in ugual misura sia il santo sia il giocatore d’azzardo.
Buddha però scopre che la coscienza può dilatarsi e capire gli stratagemmi per vivere serenamente in un mondo di lacrime.
"Oggi sappiamo che la ricerca spirituale viene innescata da una tendenza innata in ogni essere vivente a cercare il piacere, un surrogato della felicità eterna. Fondamentalmente due sono i fattori che spingono l’uomo a diventare un ricercatore spirituale: la curiosità e la paura della morte. Questi sono i veicoli che conducono a riflettere e a cercare una soluzione. Il motore del veicolo, tuttavia, resta sempre la ricerca del piacere.
Combattere la paura è ricercare la felicità; soddisfare la curiosità è cercare il piacere. La tendenza al piacere è governata dalla chimica del cervello, alla quale nessun essere animale sfugge. L’infelicità dell’uomo è dovuta, al fatto che il mondo fenomenico si basa sulle opposizioni e che la chimica del cervello non garantisce una felicità duratura, poiché le molecole destinate al piacere si esauriscono in fretta."