Il Novecento è stato il secolo della fisica.
Le scoperte sull'atomo, le sue particelle e l'architettura del cosmo hanno prodotto la nostra concezione di universo e tutta la tecnologia che plasma la vita quotidiana.
Eppure, proprio la fisica non è stata capace, e non lo è ancora, di rispondere alle antichissime domande dell'uomo, invocando come risolutiva quella teoria del tutto che ha a lungo inseguito e mai raggiunto.
Che cosa c'era prima del Big Bang? Perché l'universo sembra costruito perfettamente su misura per l'uomo?
E se chiudiamo gli occhi, l'universo esiste ancora?
Esistono lo spazio e il tempo?
Che cosa succede dopo la morte?
"Biocentrismo" accoglie queste domande in una prospettiva inedita e affida alla biologia l'onere di far progredire le risposte: ciò che percepiamo come realtà non è che un prodotto della coscienza, scoperte scientifiche incluse.
È la creatura biologica a modellare il racconto.
Soltanto quando la materia diviene cosciente di sé e comincia a osservare l'esistente, l'universo intero muta la propria natura dallo stato indeterminato di probabilità - così come definito dalla teoria quantistica - a quello di misteriosa, concreta presenza: a partire dal fotone, dal petalo di una margherita, dal vento, per arrivare alle nebulose più remote.