Quando sbarca in Egitto, un po' per caso, Howard Carter è solo un ragazzo timido e impacciato con la passione per il disegno.
Certo non immagina che un giorno parleranno di lui come di un archeologo caparbio e geniale, autore di una delle più sensazionali scoperte del secolo: il ritrovamento della tomba di Tutankhamon.
Ma il percorso trentennale che lo porterà a compiere questa impresa memorabile lo esporrà a fatiche, insuccessi e tormentate passioni.
E dovrà fare i conti con le contraddizioni dell'occupazione inglese in Egitto, con l'avidità predatoria degli occidentali e soprattutto con i propri fantasmi.
Il romanzo è suddiviso in 12 sezioni che si riferiscono alle 12 ore della notte, che per gli antichi Egizi rappresentavano il viaggio dell'anima dopo la morte.
Mescolando abilmente suspense, rigore storico e suggestioni esoteriche, l'autrice ci presenta infatti la vicenda di Howard come un vero e proprio percorso iniziatico, costellato di insidie, di antiche e oscure maledizioni, di talismani magici e incontri straordinari (tra gli altri, con l'occultista Aleister Crowley e con Lawrence d'Arabia).
Perché l'Egitto pretende sempre un tributo da chi osa violare i suoi segreti e, anche nel momento del trionfo, Carter sperimenterà sulla propria pelle come in ogni uomo convivano luce e tenebra, e come l'eterno scontro tra Horus e Seth incomba sempre sulle sue azioni.