Un uomo vero sta a fronte alta davanti alla Necessità, e perfino a Dio: tutto questo è, e sempre sarà, Zorba il greco, mani e gambe che diventano ali nella danza leggendaria sulla spiaggia, sullo sfondo di una Creta pietrosa senza tempo.
Il cuore dell’uomo è una fossa chiusa colma di sangue, e quando si apre corrono ad abbeverarsi e a riprendere vita tutte le inconsolabili ombre assetate, che sempre si affollano intorno a noi e oscurano l’aria.
Corrono a bere il sangue del nostro cuore, poiché sanno che altra risurrezione non esiste.
E davanti a tutti oggi Zorba corre a grandi falcate, e scansa le altre ombre, perché sa che è per lui oggi la Commemorazione.
Diamogli dunque sangue perché riprenda vita.
Facciamo tutto quanto è in noi perché riviva ancora per un po’ questo straordinario crapulone, beone, lavoratore instancabile, donnaiolo e zingaro.
L’anima più grande, il corpo più saldo, il grido più libero che io abbia mai conosciuto in vita mia.