I casi clinici di Freud rappresentano la fondazione dell’edificio psicoanalitico. La consistenza di tale fondazione è però ambigua, contraddittoria, perché alla sua origine non vi sono fatti, ma storie narrate, tessute dall’autore in un resoconto che ricorda l’intreccio letterario.
L’esempio più paradigmatico è la vicenda clinica del piccolo Hans, prima analisi di un bambino, svolta grazie alle accurate ricostruzioni del padre, allievo di Freud.
Prendendo le mosse dalla fobia per i cavalli di cui il piccolo è vittima a partire dai cinque anni, Freud porta alla luce i disturbi soggiacenti – angoscia, Edipo, castrazione –, mostrando come la messa a punto dei concetti cardine non sia che la testimonianza di quell’incontro straordinario per cui il soggetto viene a modificare il proprio statuto, lasciando emergere i fantasmi che lo abitano e che abitano la teoria.