Variamente legata, nelle prove più giovanili, al gusto di elegante sperimentazione e insieme al culto dei classici che caratterizza l’area veneta di fine Settecento, e nel 1797 intensamente coinvolta nella nuova situazione rivoluzionaria, la poesia foscoliana matura intorno al 1800 una straordinaria densità e fermezza di scrittura in cui, a specchio dell’Ortis, si declina il mito dell’eroe sconfitto e disingannato, in attesa di morte.
In seguito, fra i Sepolcri e Le Grazie, Foscolo tenta percorsi più complessi, nella direzione, suggerita soprattutto dagli antichi, di un discorso poetico che esplori la condizione umana e le sue chance, oltre il male storico.
Nel suo insieme, questa foscoliana è un’esperienza fra le più alte nella poesia europea del tempo e pure sottilmente aperta sull’oggi.