Una poesia che, da un lato, è stata per scelta fermata nella crescita e lasciata allo stadio di ipotesi, dall'altro utilizzata per la vita.
Poesia spesso venata d'ambiguità che la traduttrice Luciana Frezza scorge in certe spie linguistiche, "in certi pronomi possessivi che s'accendono dove non te li aspetti a mo' di fuochi fatui".