Étienne Lantier, figlio di Gervaise Macquart, trova impiego nelle miniere del Nord della Francia, all’epoca della Prima rivoluzione industriale.
Sconvolto dalle durissime condizioni di vita dei minatori, dagli infiniti turni di lavoro, dalle paghe magre, Étienne organizza i suoi compagni in uno sciopero lungo alcuni mesi. Accanto a lui si muove anche Suvarin, un macchinista russo fattosi operaio per amore del popolo, vicino alle posizioni del nichilismo anarchico e in particolare al pensiero di Bakunin.
Alla fine, dopo la repressione cruenta di un’altra sommossa operaia e il ritorno in miniera, Étienne finirà intrappolato in una galleria, dove morirà, in una drammatica scena, l’amata Catherine.
L’eccidio di lavoratori con cui lo sciopero si chiude è in realtà il primo seme di quella primavera di giustizia e uguaglianza evocata dal titolo.
Nel calendario della Francia rivoluzionaria, difatti, Germinale è il mese che segna il ritorno della primavera, della rinascita della natura.
Pubblicato nel 1885, Germinale è uno dei romanzi più celebri di Zola, se non di tutta la letteratura francese dell’Ottocento; un accurato affresco storico ma soprattutto un esempio indimenticabile della potenza narrativa dello scrittore.
Lo disse Oscar Wilde: “In Germinale c’è qualcosa di epico”.