Affascinato dalla possibilità di ritrovare il fondo dionisiaco degli antichi miti attraverso la moderna psicologia, Hofmannsthal inaugura con «Elettra» un programma di recupero del tragico che, rispetto a tutti i cosiddetti «drammi greci» successivi, trova in quest'opera la sua realizzazione più alta, denunciando la disperazione dell'individuo in un'epoca che ha perduto il tragico come categoria morale ed estetica.
Così, dove la riscrittura fallisce la rifondazione di un teatro restituito all'antica destinazione sacra e sociale nella quale la tragedia trovava il suo fondamento e che lo stesso Hofmannsthal auspicava, inizia la straordinaria modernità del suo testo.