In Italia si è aperto il dibattito per il riconoscimento delle proprietà terapeutiche della cannabis e alcune Regioni hanno emanato specifiche direttive al riguardo, come la Puglia, o stanno per farlo, come la Toscana e l’Emilia Romagna. Più di una sentenza impone alle Asl la fornitura gratuita a chi ne ha fatto richiesta.
Sedici Stati americani, oltre a Canada e Paesi Bassi, hanno permesso la vendita della cannabis come farmaco da diversi anni e rappresentano quindi un osservatorio privilegiato per capire in profondità il fenomeno e i suoi reali effetti.
L’Autore ha viaggiato in maniera estensiva a scopo di ricerca sociale negli Stati Uniti acquisendo una visione non comune sulla complessa realtà della cannabis medica.
Rapporti di pura aneddotica presentati come studi con valenza scientifica, ricerche carenti rispetto agli standard scientifici pubblicizzati come innovativi, articolate azioni di lobby su politici e legislatori nelle singole nazioni come negli organismi sovranazionali, aggressive campagne pubblicitarie multimilionarie su ogni tipo di media, sono solo alcuni degli artifizi con cui si cerca di rendere concreta la dimensione terapeutica del fumo di marijuana.
La questione non riguarda solo gli specialisti ma tutti noi.
Un serio impegno nell’azione di prevenzione non può essere circoscritto ai genitori e agli educatori ma deve investire la coscienza di tutti perché l’uso di droga rappresenta una delle maggiori minacce alla dignità dell’uomo e alla convivenza civile, come ben descritto da Papa Benedetto XVI che ha definito la droga un «potere che come una bestia vorace mette le grinfie sul mondo intero e lo distrugge».