Per Imre Toth scienza ed esistenza trovano fondamento in uno stesso principio dialettico: il daimòn, la scelta.
Non esiste vita, pensiero critico, espressione artistica o scientifica senza una scelta.
E ogni scelta è sostanzialmente legata al tempo passato e alle emozioni vissute. Siamo grani di tempo impastati di logica e sentimento, storia e memoria.
La matematica per lo storico della scienza e filosofo ungherese è un avvenimento dello spirito, una delle molteplici espressioni della libertà individuale. L’espressione più alta di quel mistero che è la presenza del soggetto umano nell’universo: l’unico essere vivente capace di dire «no».
In questa avventurosa ricostruzione degli eventi che hanno condotto l’autore dalla Resistenza durante il Nazismo, alla critica del Comunismo ungherese – che gli costò l’espulsione dal partito in quanto idealista – la matematica si trasforma in un momento di intensa spiritualità.