A Matteo Della Bordella la montagna ha dato e tolto tanto: l’ha consacrato quale uno dei più geniali alpinisti della nuova generazione, ma gli ha anche portato via il padre Fabio, insegnante e istruttore del Cai scomparso nel 2007 in un tragico incidente in parete.
Eppure, Matteo ha continuato ad approcciare ogni vetta a viso aperto, con spirito leale e grande rispetto per la natura, lontano da ogni retorica di conquista. Perché l’arrampicata è più di uno sport: è un’inflessibile maestra di vita, un viaggio esistenziale nel quale ci si mette ogni volta alla prova tra gioie e spaventi, sfide e timori, traguardi e fallimenti, ascese e baratri.
Oggi, questo giovane talento ci racconta come l’alpinismo gli abbia cambiato la vita, rendendolo l’uomo che è diventato.
Le sfide affrontate in parete – dalle prime scalate con il padre, appena dodicenne, alle eccezionali imprese by fair means, ovvero senza mezzi artificiali – gli hanno regalato enormi soddisfazioni e impartito severe lezioni.
Un percorso fatto di successi, di premi, della stima di maestri del calibro di Reinhold Messner, ma anche di cadute, sconfitte e passaggi dolorosi.