CI voleva uno studioso con l’eclettismo e la sagacia di Arturo Reghini per rivendicare, non senza ironia e vis polemica, l’esistenza di una Tradizione occidentale.
Questo breve ma denso saggio, apparso per la prima volta sulla rivista «Ur» nel 1928, inizia proprio contestando la pretesa, avanzata soprattutto da alcuni esoteristi francesi, che Roma non abbia ospitato una Tradizione degna di questo nome, quasi fosse esclusivo appannaggio della Grecia e dei paesi orientali.
Con maestria e leggerezza, Reghini riesce a ricostruire una fitta trama di rimandi, simboli e testimonianze che attestano la presenza nel mondo romano di diverse dottrine iniziatiche, foriere di un sapere occulto tramandato oralmente ed evolutosi in molteplici forme nel corso dei secoli. Un testo ancora ricco di stimoli per chiunque sia interessato alla storia, ai miti, alle leggende romane e «alle tracce dell’antica sapienza italica».