Fin dalla preistoria l’uomo è intervenuto nella selezione del cane, prima per renderlo veloce, forte e adatto al lavoro, in seguito, a partire dalla metà dell’800, per fargli vincere concorsi di bellezza e mettere in mostra il suo pedigree.
La sorte del gatto, purtroppo, non è stata molto diversa: privato degli spazi di cui gode in natura, è diventato un animale casalingo e da competizione estetica.
Che si tratti di cani o gatti, i pet sono ormai simboli di status e per questo è necessario che siano «di razza».
Ben pochi però si preoccupano delle conseguenze di questa trasformazione: sono animali geneticamente più deboli, soggetti a quasi 400 patologie (in continuo aumento) direttamente collegabili a difetti congeniti delle razze e sono protagonisti, loro malgrado, di un mercato disumano che li tratta come una merce di scambio pregiata.
Se è vero che il cane è il migliore amico dell’uomo, siamo sicuri che l’uomo sia il migliore amico del cane (e del gatto)?
Indice:
- Quattro chiacchiere con un cane
- Qualche pensiero per iniziare
- Di che cosa parliamo?
- Come si classificano gli animali
- La fabbrica degli animali
- Come tu mi vuoi
- Una razza per amico
- Tu chiamale, se vuoi, perversioni
- La selezione razziale? Un'operazione di eugenetica
- Apologia del potere
- Venghino, signori venghino
- Il potere di allevare
- Il paese dei balocchi
- Per una medicina olistica
- Il mercato degli affetti
- Conclusioni. Per un'ecologia dello sguardo