Nel libro Lo Iaido, l'Arte di Tagliare l'Ego con la Spada l'autore Michel Coquet ripercorre l’esperienza quotidiana fatta in Giappone.
Questa esperienza consisteva nel raggiungere la consapevolezza attraverso la pratica della spada.
Tale insegnamento, trasmesso a Coquet dal maestro Takeuchi – un nome fittizio, dato che egli preferisce rimanere anonimo – nel corso di un anno, mirava a fargli conseguire il vuoto mentale, il mushin.
Le istruzioni eccezionali di questo maestro sono state scrupolosamente distillate da Coquet e rappresentano un tesoro di saggezza orientale per tutti coloro che aspirano al raggiungimento del vuoto come obiettivo supremo della propria esistenza.
Sono insegnamenti indirizzati allo spirito più che al corpo e, in questo senso, costituiscono un metodo pratico ed efficace per chi cerca la verità e ha scelto la disciplina marziale per raggiungerla.
L’Arte di Tagliare l’Ego Con la Spada richiama alla mente altri testi che offrono le chiavi per aprire lo scrigno segreto della pratica spirituale delle arti marziali giapponesi, pratica che persegue come trascendere l’ego, il nostro avversario più temibile.
Ma nellibro di Coquet c'è di più: in un’epoca in cui in Occidente la parola Zen viene infilata dappertutto senza averne compreso essenza e sviluppo storico, nel mondo delle arti marziali si dà per scontato che la base filosofica di tutte le discipline giapponesi sia necessariamente lo Zen.
Questa visione parziale e inesatta è stata ispirata da alcuni studiosi tra cui Thomas Hooper. Viceversa, Coquet rivela per la prima volta la forte influenza esercitata sullo iaido dal buddhismo esoterico, ovvero la scuola Shingon, insieme a influenze dello shintoismo. Legami che sono stati finora ampiamente sottovalutati, se non addirittura ignorati. Non solo, ma in virtù di una fine cultura filosofica il dialogo dell'Autore col suo maestro risulta a tratti più profondo.
Coquet infatti può vantare una formazione più variegata e vissuta profondamente attraverso la pratica.
Questo libro si inserisce in un genere particolarissimo e non molto nutrito: i diari di viaggio dei grandi esploratori delle arti marziali e delle discipline orientali, spesso pionieri come questo autore, ma più in generale grandi allievi che hanno avuto il privilegio di essere scelti da grandi maestri.
Autori capaci di restituirci, al ritorno dai loro fortunati percorsi, pagine ricchissime di spunti e riflessioni, indicazioni di rotta, affascinanti testimonianze per chi ancora non si è avvicinato a queste discipline, ma anche indispensabili mappe per chi sta già facendo gli stessi percorsi sul piano esperienziale.