«Seduto all'aeroporto di Catania termino il mio piccolo "giro del mondo" lasciando luoghi divenuti ormai casa, persone che sono pezzi di famiglia sparsi qua e là, e sapori, tanti sapori.
Immaginate di entrare al mercato di una città esotica: le facce, tantissimi volti... ognuno di questi è un sapore, una pietanza, una spezia, alcuni sono secchi, graffianti, come le rughe che il sole ha scavato nella pelle; alcuni sono sinuosi, un po' introversi, che tendono a rivelarsi solo dopo aver preso confidenza.
Tutti questi sapori, le ricette scoperte lungo l'arco della mia vita fanno parte di me come piccoli frammenti nascosti nei Paesi del mondo, lasciati lì, in modo da non poter mai essere ricomposti a creare un tutt'uno palesemente definibile.
Perché questo sono io, questa è la mia identità gastronomica, che non è definibile da un limite territoriale. Io sono la mia storia, i miei ricordi, i miei viaggi, sono le persone a cui voglio bene, quelle che mi hanno fatto assaggiare cose nuove, che mi hanno fatto scoprire il piacere del cibo, l'arte del godere del bell