Tutti noi speriamo in qualcosa. Ma il malato spera più di ogni altro.
E sono le parole il mezzo più importante per infondere speranza: parole empatiche, di conforto, fiducia, motivazione.
Oggi la scienza ci dice che le parole sono delle potenti frecce che colpiscono precisi bersagli nel cervello, e questi bersagli sono gli stessi dei farmaci che la medicina usa nella routine clinica.
Le parole innescano gli stessi meccanismi dei farmaci, e in questo modo si trasformano da suoni e simboli astratti in vere e proprie armi che modificano il cervello e il corpo di chi soffre.
E questo il concetto chiave che sta emergendo, e recenti scoperte lo dimostrano: le parole attivano le stesse vie biochimiche di farmaci come la morfina e l'aspirina.
Fabrizio Benedetti, uno dei massimi studiosi al mondo dell'effetto placebo, presenta in questo libro un approccio rivoluzionario alla malattia e alla guarigione, testimoniando l'importanza delle suggestioni verbali positive per il loro potere di modificare il cervello e l'intero organismo.
E apre a uno scenario innovativo in cui le parole di speranza, ingrediente cruciale di ogni terapia, diventano parte integrante della pratica medica. In questo libro voglio lanciare un messaggio: parole, speranza e farmaci inducono effetti simili con meccanismi simili.
E lo faccio parlando sì di scienza, ma raccontando anche brevi storie di pazienti che ci hanno fatto capire tutto ciò.
Solo con questo duplice approccio, la scienza da una parte e la prospettiva di chi soffre dall'altra, è possibile comprendere la vera forza della speranza nella sofferenza e nella malattia.
Indice:
- Cornelia
- Le parole
- La speranza
- Senza speranza
- L'eternità
- Il ritorno eterno
- Il suicidio
- Le Paralimpiadi
- Il ciarlatano
- Parole o farmaci?
- Una paziente racconta
- Le scienze dure