Per incontrare il mondo, per farlo veramente, faccia a faccia, dobbiamo essere pronti a mettere a rischio noi stessi, sfidare il pericolo.
Dobbiamo camminare soli nella sua selvaticità, lontani dai nostri spazi addomesticati.
Dobbiamo incontrare questo mondo alle sue condizioni, non con la corazza di una quattroruote o attraverso la mira di una Grande Teoria; dobbiamo avvicinarci disarmati, a piedi, carponi, per così dire, al creato.
Per amore della materia mette in questione le premesse della scienza moderna secondo cui il mondo è solo uno sfondo inerte per l’esistenza umana, invece che una presenza in sé comunicativa, capace di intrattenere una relazione dialogica con noi.
L’autrice ci invita a pensare e a promuovere un futuro che passi per l’ascolto e per il dialogo con tutti gli aspetti della realtà, anche se tradizionalmente considerati privi di un’intelligenza e di un significato propri.