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Il filosofo Michael Walzer e la sua “teoria delle guerre giuste e delle guerre ingiuste” acquisiscono in questo momento storico un significato particolare. Afghanistan, Iraq, Libia, Siria.
Di fronte al caos geopolitico internazionale e alle odierne tragedie umanitarie, la questione dello jus post bellum – la giustizia dopo la guerra – fino a che punto mette in crisi, oggi, l’efficacia della teoria nel suo complesso, il cui scopo era innanzitutto quello di limitare le ingiustizie?
Come sottolineato nel saggio critico di Giona Mattei, contestualizzare le pagine di Walzer nell’attuale scenario politico globale solleva interrogativi sulla nozione di “guerra giusta” e su quanto l’intellettuale americano abbia involontariamente contribuito alla legittimazione filosofica delle politiche di egemonia imperialista.
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