|
Da sempre gli uomini non vogliono solo capire, ma anche rimediare alle imperfezioni del mondo.
La filosofia è uno degli strumenti più potenti a nostra disposizione per tentare di svelare la consistenza delle forze operanti al di là delle apparenze, cercare le verità nascoste, ed evolvere nella giusta direzione.
E così, nella storia degli uomini, di fronte all'accadere dei fenomeni naturali e delle vicende personali, si sono consolidate due grandi invenzioni: la spiegazione fisica e la spiegazione metafisica.
Ma sempre, e da sempre, tutta la nostra esistenza si proietta alla ricerca dell'anima segreta delle cose, della Cosa in sé. E in questa ricerca comune, che è alla radice del pensiero filosofico, è possibile aprirsi a un nuovo orizzonte in cui l'Anima, la Ragione e la Natura non appaiono più come entità distinte, ma come punti di osservazione di un unico orizzonte che raccoglie tutti gli uomini, al di là delle loro differenze.
La spiegazione fisica e la spiegazione metafisica sono accomunate dal fatto che il soggetto è comunque mosso dallo stesso sentimento di partenza: fare propria la verità.
Questo sentimento è indissolubilmente radicato negli schematismi cognitivi con il quale il soggetto guarda agli oggetti, cercando di comprenderne la natura ed il senso.
Ma se entrambi gli approcci cercano la verità, chi presceglie la spiegazione fisica si ferma volontariamente a fissare la processione delle cause fino a dove è possibile farlo con i mezzi a disposizione dell'intelletto e dei sensi, rinunciando, nell'immediato, alla scoperta della causa prima e al perché del tutto, domande dietro alle quali si nasconde la verità.
Ma la rinuncia è solo apparente perché tutti, a prescindere dagli strumenti cognitivi prescelti, cercano infine la sorgente dell'anima, ovvero la scintilla eterna che non morirà mai, da cui origina tutto ciò che conosciamo.
|