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Può sembrare curioso che un grande scrittore e poeta come Robindronath Tagore (1861-1941), Premio Nobel per la letteratura nel 1913, dedichi un’intera opera all’albero – agli alberi – che per lui diventa simbolo emblematico dell’intera natura e referente del rapporto che si vorrebbe instaurare con essa: un rapporto fatto di rispetto e di ammirazione, di riconoscimento della bellezza. L’albero, la natura sono tutto questo e molto di più. Noi oggi non ci soffermiamo più a considerare la bellezza dell’albero.
Qui ogni albero viene nominato e “chiamato per nome”. Qui ogni albero diventa protagonista del dialogo dell’autore che parla e ascolta, che si lascia coinvolgere, che riconosce il vivente che è l’albero. Il traduttore, padre Marino Rigon, ha tradotto i testi di Tagore dall’originale bengali; è il traduttore di riferimento per tutte le pubblicazioni poetiche e per alcune di prosa di Tagore. La curatrice del testo è Laura Santoro Ragaini, da una quarantina di anni studiosa di Tagore, per il quale ha curato diverse pubblicazioni.
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