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Invitato a Tokyo a riflettere sul disastro nucleare di Fukushima, il filosofo francese Jean-Luc Nancy riflette sull’interconnessione profonda che lega ormai un cataclisma naturale come lo tsunami che ha sconvolto la costa giapponese nel 2011, e le catastrofi tecnologiche, economiche, ecologiche che pervadono il nostro immaginario quotidiano.
Nell’età moderna, per Nancy, all’“ universo infinito” ha risposto “l’uomo che supera infinitamente l’uomo” di Pascal. Il richiamo del filosofo francese è a un cambio di configurazioni umane, naturali, cosmogoniche, qui ed ora, dato che la nostra civilizzazione sembra attribuire valore solo ad un plus del futuro, che segue il tempo degli investimenti e dei ricavi: il plus di un futuro che non lascia spazio alla concretezza e all’esperienza radicale del presente.
Che cosa vuol dire, scrive Jean-Luc Nancy, “pensare” in questa condizione che è la nostra?
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