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Partire per Thule non significa soltanto navigare verso l’isola misteriosa che gli antichi avevano consacrato terra dell’origine e della saggezza, ma anche scoprire, al di là del mondo conosciuto, il segreto stesso della vita.
Navigare verso Nord vuol dire ritrovare il segno primitivo del Sole e la fede dei nostri più lontani antenati, gli Iperborei. Il percorso che Jean Mabire racconta in queste pagine non è un semplice viaggio, ma una vera e propria ricerca, profonda e personale, di Thule e delle nostre origini. Accompagnando Pitea di Marsiglia verso un paese che, per lui, non può che essere l’Islanda, l’autore tenta di risolvere il grande mistero del nostro mondo: l’Atlantide.
Senza esitare, egli situa il continente scomparso nel luogo dove sorge un’altra isola sacra, Helgoland; e sempre seguendo le orme di Pitea, che diventa il suo fidato timoniere, ripercorre le tappe salienti della nostra civiltà, i momenti cruciali della nostra storia, e descrive l’evoluzione della coscienza religiosa occidentale, che ci ha progressivamente allontanato dai nostri antenati nordici.
Ma l’universo di Atlantide e di Iperborea non è sparito in seguito a qualche cataclisma cosmico.
Lo spirito di Thule continua a vivere nei segreti degli ordini cavallereschi o dei gruppi iniziatici, il più misterioso dei quali è senza dubbio la famosa Società Thule, che svolse un ruolo di grande importanza nella vicenda della rivoluzione di Monaco del 1919, e che raccolse attorno a sé un gruppo eterogeneo di individui, tra cui Hitler e altri futuri gerarchi nazisti. C’è anzi chi sostiene che il nazismo nasca da lì. Ma è vero il contrario: fu proprio il nazismo a perpetrare ai danni di Thule l’ultimo tradimento.
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