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Il Bardo Thodol noto nei paesi occidentali come Libro tibetano dei morti, è un testo classico del Buddismo tibetano. Il testo descrive le esperienze che l' anima cosciente vive dopo la morte, o meglio nell'intervallo di tempo che, secondo la cultura buddhista, sta tra la morte e la rinascita.
Questo intervallo si chiama, in tibetano bardo.
Il libro include anche capitoli riguardanti i simboli di morte, i rituali da intraprendere quando la morte si avvicina, o quando ormai è avvenuta.
Nella tradizione il Bardo Thodol viene recitato presso il corpo del morto (o del morente) in un periodo di tempo dopo la morte in cui si ritiene che possa ancora essere ricettivo, per rammentare la dottrina del vuoto ed aiutarne lo spirito ad evitare il ciclo di rinascita. Nel libro si ripercorrono tre fasi nelle quali progressivamente ed in seguito al possibile fallimento nella fase che precede.
1) si cerca di favorire lo scioglimento dello spirito nel nirvana.
2) si aiuta ad identificare lo spirito con le divinità e il piano di cofruizione intermedio tra l’ingresso nel nirvana e la ricaduta nel ciclo di rinascite. Di tale piano sono caratteristici i Cinque Buddha spesso raffigurati nei Mandala.
3) si tenta di evitare la ricaduta nel ciclo di rinascite.
Edizione italiana curata da Paola Agnolucci
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