|
Viviamo in una democrazia dove la passione e il sentimento, l’istinto e la paura vengono evocati, sollecitati, utilizzati per la costruzione del consenso. dalle predisposizioni latenti all’agendasetting, dall’identificazione di partito al condizionamento dei media e delle televisioni, dalla centralità dell’immagine del leader al ricorrente utilizzo di euristiche e bias, sono tanti i fenomeni emotivi ed irrazionali che hanno un ruolo rilevante nell’influenzare le decisioni in democrazia.
Si aprono quindi dubbi ed interrogativi: la democrazia è una buona forma di governo? La tecnocrazia può essere una valida alternativa? Il foro pubblico può essere il luogo dell’elaborazione razionale delle idee e del confronto argomentato?
E ancora, com’è possibile fare in modo che le spinte irrazionali ed impulsive degli individui producano decisioni politiche il più possibile desiderabili? Le scienze cognitive e sperimentali entrano nella mente dei cittadini e dei politici, ne svelano i meccanismi più profondi e sorprendenti, ci aiutano a pensare la democrazia in maniera più consapevole.
|