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Ogni animale dell'universo di Cortázar non esiste mai «allo stato selvaggio», definito solo dalle sue singolari caratteristiche. Ogni contemplazione di un animale è, per Cortázar, «una doppia contemplazione», come quella del casuario, che guarda l'osservatore «in modo così duro e continuo che è quasi come se ci stesse inventando».
La relazione che si stabilisce così tra animale e umano, tra ciò che viene nominato e colui che lo nomina, tra la creatura immaginata e la creatura immaginatrice, è una relazione di mutuo apprezzamento e di fede reciproca. «Ti propongo un patto, - dice l'Unicorno ad Alice nel Paese delle Meraviglie, - se tu credi in me, io crederò in te».
Mai la letteratura ha proposto un patto più equo tra un testo e il suo lettore. «Animalia», dice lo spocchioso Diccionario de la Real Academia Española, è un insieme di «animali irrazionali». La definizione si addice perfettamente a questa selezione di racconti che narrano le avventure segrete di questo regno nel quale così spesso la ragione fa la parte dell'intrusa.
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