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«L’uomo del Piano B è uno che non te ne sei nemmeno accorto ma tutto a un tratto ha preso e ha cambiato lavoro e ha cambiato casa. Oppure ha cambiato estetica, e ha cambiato lessico. Non ti ha semplicemente disorientato: t’ha proprio spiazzato. Non te l’aspettavi ma lui, tutto a un tratto, ha preso e cambiato vita e hai proprio la sensazione che il paraculo sia stato lui.»
L’arte del Piano B è la capacità di dare una svolta, di dare un senso alla propria vita, di individuare le proprie priorità e avere il coraggio di realizzarle, fino in fondo, anche se questo significa porsi contro l’ordine costituito che ci vuole tutti inquadrati e produttivi. L’arte del Piano B è la lucidità di capire che le cose non possono continuare in questo modo, che è necessario cambiare, rimettersi in discussione e magari scalare marcia – individuare quello che è davvero importante per la nostra felicità e perseguirlo fino in fondo: ed ecco che scatta il Piano B.
In questi tristi Anni Dieci del Ventunesimo secolo iniziato così male, zeppi di guerre, crisi economiche, spirituali e d’identità, ognuno deve avere pronto il proprio Piano B, e metterlo in atto con il giusto tempismo. Franchi descrive gli uomini e le donne del Piano B – sono in mezzo a noi, e ognuno di noi ne conosce qualcuno – ci illustra il loro nuovo modo di vivere, le loro passioni e i loro segreti, spingendoci allegramente ad avere il coraggio di seguire il loro esempio.
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