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Il sistema della corruzione in Italia ha dimostrato capacità di radicamento nella società civile, innervandosi in profondità nel mondo delle professioni, dell’imprenditoria, della finanza, della politica. La corruzione ha oggi un carattere sistemico e le numerose modifiche legislative non hanno fino ad ora cambiato il quadro generale, tanto da fare pensare che combatterla solo per via giudiziaria non ottenga alcun risultato: la repressione penale non basta. In anni recenti giuristi, sociologi e filosofi hanno sostenuto la necessità di “rifare noi stessi”. Questo appello apre lo spazio ad una ricerca psicoanalitica che si impegni ad indicare ipotesi utili, a partire dalla profondità della natura umana. Questo libro rappresenta una prima ricognizione del problema della corruzione in cui si è impegnato un gruppo di psicoanalisti del Centro Milanese di Psicoanalisi Cesare Musatti.
L’osservazione psicoanalitica, per sua natura, tende a interrogare i fenomeni per cogliere, a partire da questi, tratti della cultura diffusa in cui tutti siamo immersi, per formulare ipotesi sulla natura primaria dei funzionamenti mentali che la sostengono, per individuare vie di evoluzione possibili. Interrogare la corruzione significa cogliere i meccanismi psichici e culturali che ne consentono la diffusione.
Nel libro viene posto un diretto collegamento tra il funzionamento familiare, quello gruppale e quello Istituzionale, sorretti da meccanismi seduttivi e affiliativi che sedano l’angoscia e la paura che impregnano il nostro paese in questi anni, senza elaborarle nè trasformarle.
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