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La vita di Sai Babà, il santo che visse a Shirdi (nel Maharashtra) tra fine '800 e inizio '900, è ricostruita attraverso una raccolta di testimonianze e aneddoti, lo Sri Sai Satcharitra, adattato dalla nota versione in lingua marathi di Hemad Pant.
Testo devozionale e meditativo, animato dall'intento di purificare e districare i rami della foresta mentale sostenendo il distacco dal mondo materiale, narra i "giochi divini" (lilamrtam) di Sai Babà, in una storia avvincente: dalle origini misteriose, quando apparve giovanissimo a Shirdi, all'ambiente sociale e antropico in cui visse, dal rapporto con i devoti che accorrevano per il suo darsana nella moschea dove viveva, agli eventi prodigiosi e agli insegnamenti. Al lettore l'opera richiede una sorta di purezza primordiale della mente, un'empatia di sentimenti che abbandoni ogni sovrastruttura culturale, o resistenza dell'apprendimento e accetti la semplicità e la meraviglia del racconto.
Il messaggio universale di Babà era un invito a superare le inimicizie, vedere Dio in ogni essere e riconoscere l'unità delle religioni, attraverso una pacifica convivenza. Con il suo esempio diede un nuovo impulso alla devozione, frutto dell'abbandono a Dio, e ai valori etici. Il libro è integrato da note a cura della dott.ssa Jaya Murthy che l'ha tradotto in italiano e che, come praticante indù e studiosa, fornisce approfondimenti su alcuni aspetti della cultura indiana e concetti dell'induismo.
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