Per me l’India è stato soprattutto l’incontro con Osho. Qualcosa che ha cambiato radicalmente la mia vita. Era il 1977. Quasi quarant’anni fa. Sono partito all’epoca che ero direttore di Re Nudo. Adesso invece... sono direttore di Re Nudo. Che è successo in questi quasi quarant’anni? Tento in queste paginette di operare una sintesi sia pure parziale per dare almeno un’idea della “mia India”.
Quando tornai da Pune, quel febbraio 1977 vestito d’arancio e coi sandali, i miei compagni della redazione trasecolarono. Dissi subito di stare tranquilli che lasciavo a loro la direzione della rivista e che mi sarei limitato a collaborare riportando la mia esperienza in India. Cosa che feci per un paio di numeri, ma nel giro di un paio d’anni la rivista precipitò e decisero di chiuderla. Intanto io avevo smesso di scrivere dedicandomi a portare l’India e Osho a Milano attraverso l’apertura di un grande Centro di meditazione nel cuore di Brera. Erano i locali di Macondo che ereditai da Mauro Rostagno e Sat Savia, animatori dell’ultimo periodo di Macondo. Chiamai Vivek questo Centro dove si meditava, ma dove c’era anche uno spazio per i workshop, per la disco, ristorante e sala da thè.
Per qualche anno tenni le redini di questa esperienza. Una piccola India nel cuore di Milano. Ma presto andai a Miasto che stava nascendo come Comunità di Osho di vita e di lavoro da dove mi sono dedicato a “fare l’ambasciatore di Osho”, primo incarico ricevuto dal Maestro nel mio secondo viaggio a Pune. Questo ha significato portare la parola di Osho su giornali, radio, televisioni, dove era possibile arrivare.
Nel corso di quegli anni poi ci fu il trasferimento delPAshram di Pune dall’India all’Oregon. E lì ogni anno andavo al Ranch dove era nata la grande comune di Rajneeshpuram. Poi le autorità americane decisero di espellere Osho e la Comune fu chiusa. Fu il terribile momento in cui Osho fece quasi il giro del mondo per trovare ospitalità, ma ovunque gli fu impedito di atterrare per via del dossier che i servizi americani avevano inoltrato ai governi di tutto il mondo.
Fu ricevuto in Grecia e in Uruguay per l’apertura democratica di Papandreu e Sanguineti, i due Presidenti dell’epoca. Ma le pressioni americane sui due governi fu tale che dopo qualche mese dovettero espellerlo. Ricordo il dolore del Presidente Sanguineti e la vergogna di dover subire il ricatto economico degli americani che minacciarono ritorsioni economiche che avrebbero destabilizzato il Paese. Fu in quel periodo che inoltrai le pratiche per ottenere il visto d’ingresso in Italia, immediatamente respinto. Chiesi il sostegno dei radicali e iniziò una grande campagna per ottenere il visto per Osho, negato dal Ministro degli Interni Scalfaro.
Una campagna a cui aderì un folto numero di intellettuali e parlamentari fino a quando dopo 21 giorni di sciopero della fame finalmente, ma tardivamente per la salute del Maestro, Scalfaro accettò di rilasciare il visto. Tardivamente perché ormai l’avvelenamento da tallio che Osho aveva subito in America aveva minato la sua salute. Se ne tornò neH’Ashram di Pune in India, lo vivevo nella Comune di Osho Miasto anche se la mia attività principale era sempre il Lavoro per Osho. Il momento più difficile fu quando durante una delle mie visite a Pune, mi diede la "mission impossible" di scrivere “il manifesto della Sua visione” sul sociale che traducemmo in inglese perché potesse leggerlo.
In Italia chiesi aiuto a qualche amico che sentivo in sintonia per scrivere insieme questo testo. Ci ritirammo per un mese in uno spazio vicino a Miasto, dedicando tutto il tempo a questa strana forma di scrittura, meditazione, condivisione collettiva. Eravamo anche consapevoli che alla fine di questo esercizio, Osho avrebbe potuto dire "bene adesso buttate via tutto, è stato uno scherzo". Almeno era proprio quello che immaginavo più probabile come epilogo di questa storia.
Quando una decina di giorni dopo mi arrivò il suo blessing, e l’indicazione di pubblicarlo, partii per l’Italia quasi sotto shock per quello che mi sembrava essere una impresa impossibile..."
di
Majid Valcarenghi
Indice:
Editoriale: La mia India di Majid Valcarenghi
Il lamento Inascoltato di Antonio Prìolo
INDIA PAROLE
- L'arte in India di Auro Proietti
- Prima della coscienza a cura di Jean Dunn
- Astrologia indiana di Giulia Amici
- Meditazione: La via di salvezza dell'uomo di J. Krishnamurti
- Bhagavata Purana a cura della Redazione
- L'insegnamento di Osho di Majid Valcarenghi & Ida Porta
- Le verdure in foglia di Yamuna Devi
- Curare l'insonnia con l'Ayurveda a cura della Redazione
- India: La sacralità della rappresentazione di Aurin Proietti
- Kerala, il paese degli dei a cura della Redazione
- Risveglia i chakra! di Jayadev Jaerschky
- Gli incensi “Astrali”di Ananda a cura della Redazione di Ananda Edizioni
- Goa: Il paradiso perduto di Sarjano C. Silvestro
- Goa: L’ultima spiaggia di Majid Valcarenghi
- Utopia e Realtà di Wendy d'Olive
- Katmandu, il mio incontro con i cari tibetani ed altri amici di Giorgio Cerquetti
- Sapori indiani a Firenze a cura della Redazione
- Nuovi orizzonti enologici di Francesca Alberti
- La vita di Gesù in India di Holger Kersten
- Tra Cina e India: Un flusso di coscienza di Marco Boggio
- Appunti di viaggio: India 1986 di Ashima Patrizia Saterini
- Che cos’è il Tantra di Fabio Caiazzo
- L'uomo accidentale e l'uomo essenziale di Osho
- La PNL applicata al business: come avere clienti felici di Lindsey Agness
- Cambiate le vostre parole, cambiate il vostro mondo di Yvonne Oswald
- La vibrazione del nome: il numero dell’Anima di Guido Rossetti
- L’arte della comunicazione di Giovanni Ottaviani
TEMPO DI LIBERAZIONE
- Floriterapia Tao a cura della Redazione
- La parola... ai Cereali di Marcella Rossi
- Giardino di Gaia - Operatori del benessere
- Giardino di Gaia - Centri e Associazioni
- Dove mangiare bene
- Oroscopo di Samapatt Toschi