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Centrale in tutto l’insegnamento di Osho è il rapporto con lo Yoga. Per lui lo Yoga è un sentiero per cambiare il metallo di base in un metallo di alta qualità, in altre parole l’arte dello Yoga è concentrata su come trasformare il ferro in oro. Per Osho esistono così tanti yogi quante sono le persone che camminano sulla via, perché ognuno crea, anzi dovrebbe creare, il proprio Yoga. Grazie allo Yoga possiamo realizzare il nostro vero potenziale non per essere in comunione con il divino, ma per diventare divini noi stessi. Lo Yoga non è qualcosa di metafisico, non si preoccupa di interrogativi distanti: domande remote sulle vite passate e su quelle future, sul paradiso e l'inferno, su Dio e l'aldilà. Lo Yoga si interessa agli interrogativi vicini a casa: più la domanda è vicina, più è possibile che abbia una soluzione. Se riesci a porre la domanda più vicina a te, è più che probabile che il semplice farla porti con sé la sua risoluzione. E una volta che hai risolto l'interrogativo, hai fatto il primo passo; a quel punto ha inizio il pellegrinaggio. Poco per volta cominci a risolvere le domande distanti; in ogni caso, però, l'intera indagine dello Yoga tende a portarti vicino a casa.
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