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Il rapporto che l'uomo moderno ha con la Terra si può paragonare a quello di due innamorati che stanno passando un forte periodo di crisi nel loro legame. E' una relazione pericolosa e distruttiva, i cui effetti stanno avendo delle caratteristiche devastanti.
Alluvioni, smottamenti, frane e dissesti idrogeologici: catastrofi che seguono a piogge appena abbondanti. La grande responsabile è l’incuria, ovvero ciò che ha contraddistinto gli interventi umani sull’ambiente naturale negli ultimi due secoli. Questo libro racconta chi siamo diventati quando si è smesso di comprendere che le mancate attenzioni alla terra avrebbero avuto conseguenze per noi stessi e quando non abbiamo più lasciato alle risorse il tempo per ristabilire il proprio equilibrio.
Si tratta di una storia di abbandono e di un possibile recupero del rapporto, sviluppando un nuovo sguardo su ciò che ci circonda: l’osservazione sveglia e consapevole, cosciente dell’importanza dei dettagli paesaggistici trascurati, che ha al suo centro, come serbatoio vincolante la memoria e il suo prezioso scrigno di storie. Essa è l’elemento fondamentale per la sussistenza e la sicurezza delle generazioni passate e future, il perno su cui ruota la nostra esistenza, il nucleo della nostra identità.
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