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Sankara viene considerato da più parti un filosofo, un mistico, un Maestro di spiritualità, un esegeta della Sruti, un fondatore di ordini monastici e di monasteri (matha), un avatara di Siva, un eroe nazionale, “l’artefice di una delle massime realizzazioni dello spirito umano”, oceano di Saggezza, gloria dell’india, ma soprattutto va riconosciuto quale sommo Istruttore (acarya) che ha saputo indicare il fine supremo dell’esistenza umana; il riconoscimento della nostra reale natura e la liberazione dal divenire-samsara. La sua visione, che si basa sull’identità dell'atman-Brahman e sul riconoscimento della “Conoscenza” (vidya) quale strumento supremo per la liberazione (moksa), ha profondamente influenzato tutti gli sviluppi successivi del pensiero indù fino ai nostri giorni e ha dato un contributo di grande valore al pensiero filosofico-metafisico del mondo intero. Egli ha incarnato in maniera talmente perfetta la “Conoscenza suprema” che un verso del Madhaviyasankaravijaya afferma; «La Conoscenza adorna coloro che la coltivano, ma nel caso di Sahkara fu la Conoscenza ad essere adornata da Lui». Il libro che il prof. Mario Piantelli ha scritto su Sankara comprende un’approfondita discussione delle fonti, un elenco delle opere ascritte a Sankara, un panorama dettagliato della sua vita nella storia e nella leggenda, una parte dottrinale corredata da numerose citazioni e note esplicative e infine un’ampia ed esauriente bibliografia. Un’opera preziosa e utile per far conoscere «uno degli esponenti massimi del pensiero indiano di tutti i tempi che solo a poco a poco comincia ad esser noto in Occidente al di fuori dei ristretti confini del mondo accademico».
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