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Questo libro esplora la visione mazdeo-cristiana: i suoi nessi con i miti diluviani, con le Sette Leggi di Noè e il culto dell'Agnello mistico, le sue idee sul mondo celeste e sulla guerra cosmica, la sua profezia della salvezza universale. "Ora avvenne che quando il Signore Gesù nacque a Betlemme... [i Magi] vennero da Oriente, come aveva predetto Zarathushtra ". Così il tardo Vangelo dell'Infanzia arabo-siriaco. E in quello armeno essi dicono: "La testimonianza che possediamo non proviene da uomo né da altra creatura. È un mandato divino ". Guidati da un'enigmatica Stella, i Magi raggiungono il Cristo/ Saoshyant, il Salvatore che l'antica religione iranica, il Mazdeismo, attendeva. Solo il Vangelo di Matteo, tra quelli canonici, riporta l'episodio, ma tra i seguaci della nuova fede non furono pochi a vedere, nell'opera di Gesù, le tracce della religione della Luce. Tra gli altri, nei secoli, il vescovo nestoriano Solomon di Bassora, che nel suo Libro dell 'Ape (XIII sec.) fa dire a Zarathushtra: "Io e lui siamo uno ", il filosofo neoplatonico Marsilio Ficino, lo scrittore "trascendentalista" R.W. Emerson, il teologo protestante W. Monod.
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