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Un insegnante insoddisfatto e demotivato finirà per fare del male a se stesso e, sicuramente, non farà del bene neanche ai suoi studenti. Dopo tre o quattro ore di lezione ci sentiamo spesso spossati, svuotati, perché quello dell’insegnante in aula è un mestiere faticoso, che comporta l’impiego di notevoli quantità di energia psicofisica. Dispiace che spesso queste energie vadano perse, non si trasformino in ciò per cui le abbiamo spese: contribuire alla sana educazione dei nostri allievi. Per impiegare bene il nostro tempo ed esserne gratificati, occorre una “competenza seconda” molto distante dalla nostra competenza disciplinare: l’arte della relazione. Senza confondersi con figure di professionisti ed esperti, dobbiamo acquisire una maggiore consapevolezza su cosa accade in un’aula scolastica durante lo svolgimento della lezione. Quali flussi di forze si muovono in questo scenario? Come attivare l’attenzione, facilitare l’apprendimento e dunque l’insegnamento? Quali sono i meccanismi dominanti sui processi cognitivi dei discenti e come si può efficacemente mediare la conoscenza verso di loro? Queste pagine, come una guida sicura e convincente, suggeriscono il modo per recuperare efficacia all’insegnante lungo due filoni d’intervento: la facilitazione dei processi di apprendimento mediante la mobilitazione dell’attenzione e della motivazione intrinseca, e la mediazione delle conoscenze. Con un ricco supporto di strategie, metodi e strumenti, e con un agile approccio modulare, queste pagine forniranno tutte le indicazioni per un’immediata applicazione in aula. Se la sfida della complessità non ci spaventa, allora siamo pronti ad affrontare questo viaggio. Un viaggio in cui occorre “lasciarsi un po’ a casa”. In cui non si cercano nuove terre, ma nuovi occhi con cui vedere, una volta tornati, i nostri allievi, e il gruppo classe, da nuove angolazioni.
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