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Sono ben consapevole di quanto sia difficile spiegare la Respirazione Olotropica a parole. Si tratta di un lavoro così particolare e talmente agganciato all’unicità e all’individualità delle persone, che l’unico vero modo per comprenderlo non può che essere l’esperienza. Ma, detto questo, prima che ci si permetta di vivere direttamente un’esperienza di Respirazione Olotropica, può essere utile conoscere almeno per grandi linee di cosa si tratta. La pratica dell’induzione di stati non ordinari di coscienza risale agli albori della storia umana e costituisce il punto cardinale dello sciamanismo, il sistema spirituale di cura più antico dell’umanità.
Eppure, fin dall’inizio, la ricerca su queste dimensioni dell’essere umano portata avanti da Stanislav Grof, psichiatra junghiano e padre in pectore della psicologia transpersonale, si è inserita all’interno di un panorama scientifico ostile nei confronti delle nuove acquisizioni sulla mente e sull’anima. Ciononostante, la pratica della Respirazione Olotropica ha rappresentato una rivoluzione nello studio dei confini della coscienza, tanto da essere oggi diffusa in tutto il mondo e considerata in grado di ripristinare il naturale equilibrio psicofisico dell’individuo.
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