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L’Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità, insieme ai Centri di azione giuridica e agli Osservatori regionali e provinciali, costituisce la rete per la legalità di legambiente contro la criminalità ambientale. La rete aderisce a Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie. Oltre trent’anni di storia fatta da 115.000 tra soci e sostenitori, 1.000 gruppi locali e 30.000 classi che partecipano ai programmi di educazione ambientale. Impegnata contro l’effetto serra, l’inquinamento, le ecomafie e l’abusivismo edilizio, Legambiente ha aperto la strada a un forte e combattivo volontariato ambientale. Con le sue campagne di monitoraggio scientifico e d’informazione Legambiente ha raccolto migliaia di dati sull’inquinamento del mare, delle città, delle acque, del sistema alpino e del patrimonio artistico, sviluppando un’idea innovativa delle aree protette; sostiene le energie rinnovabili e un’agricoltura libera da Ogm e di qualità.
È attiva nel mondo della scuola e con Volontariambiente offre a migliaia di ragazzi opportunità di partecipazione. Con La Nuova Ecologia svolge un’opera quotidiana di informazione sui temi della qualità ambientale. Con i progetti di cooperazione si batte per un mondo dove le persone, le comunità, i popoli siano davvero i protagonisti del futuro. Dal 1993, ogni anno, il rapporto Ecomafia racconta i numeri e le storie della criminalità ambientale. Se qualcuno provasse ad affiancare i volumi, si accorgerebbe che, dalla prima edizione, il loro spessore è cresciuto costantemente. Da un lato, questo aumento testimonia che l’azione delle forze dell’ordine si è intensificata, diventando sempre più puntuale nel contrastare i crimini contro l’ambiente. Dall’altro, è indice del fatto che gli ecocriminali si sono fatti via via più numerosi e agguerriti.
Ancora una volta, il rapporto Ecomafia ci restituisce l’immagine di un paese nel quale le attività degli ecocriminali continuano a registrare il segno più, a prescindere che si tratti di smaltire illegalmente rifiuti tossici, di costruire interi quartieri abusivi, con manodopera in nero che impasta cemento scadente, di truffare i consumatori spacciando intrugli velenosi per commestibili... Non si può più fare finta di niente, e non bisogna smettere di sperare che, tra vent’anni, l’edizione del 2033 del rapporto sia finalmente composta da un’unica pagina, con la scritta “niente da segnalare”.
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