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È il primo studio, e finora l’unico, sull’Intelligenza Artificiale, non quella attribuita dall’uomo al computer ma quella conquistata dal cervello umano, che, impadronitosi del metodo bruniano, non dovrà più temere di dover rivaleggiare con questo mostro elettronico. Possiamo dunque definire la Clavis Magna come il software del cervello umano che è ancora impiegato solo in una percentuale minima rispetto alle sue capacità reali. Il Medioevo ci ha tramandato diversi testi che portano il nome di Claviculae o Piccole Chiavi della conoscenza. Si tratta di raccolte di rituali “magici” che promettono poteri meravigliosi a buon mercato, richiedendo solo l'industriosità dell’adepto nel procurarsi gli oggetti più strani e la pazienza nel recitare certe formule cervellotiche, ed ecco che chiunque, ma proprio chiunque, dovrebbe poter violare impunemente e a proprio piacimento tutte le leggi della natura e della società. Il rinascimentale Giordano Bruno con la sua Clavis Magna, o Grande Chiave (della conoscenza) propone invece un metodo di ragionamento e di studio che una volta acquisito conduce a disporre di una memoria perfetta, di un ragionamento impeccabile, di conoscenze certe perché fondate sulla sintesi di tutti i dati cognitivi in possesso dell’individuo (il che elimina le contraddizioni) e, infine, della capacità di esporre in maniera convincente le proprie idee.
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