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Nella sua opera Al di là del principio del piacere, Freud aveva sviluppato la concezione di una “pulsione di morte” che, contrapposta alle “pulsioni di vita” (Eros), era alle origini degli atteggiamenti sado-masochistici. Reich nega la derivazione istintuale degli atteggiamenti distruttivi e auto-distruttivi sostenendo, al contrario, che essi vanno ricercati nelle disastrose condizioni sociali in cui si trova la presente società. Non la “pulsione di morte” ma la “repressione della sessualità infantile e giovanile che ha la funzione di facilitare ai genitori l’assoggettamento autoritario dei figli” è la vera origine delle azioni distruttive delle nevrosi e dei disturbi caratteriali.
Essa contribuisce, inoltre, in modo determinante, a rendere possibile la manipolazione degli individui adulti ai fini di una società di massa docile e obbediente all’ordine costituito, priva di qualunque capacità di autodeterminazione e costantemente sull’orlo del tracollo nervoso. Come risultato di tutto ciò infelicità e infantilismo diventano quindi la regola della nostra vita e la “peste psichica”, nei suoi momenti culminanti, sfocia nella guerra, nei massacri e nei campi di sterminio.
Riprendendo le opere di “metapsicologia” di Freud e sviluppandole nel senso di una critica radicale alla concezione guidaico-cristiana sostanzialmente sessuo-negativa, Reich indica con coraggio l’unica via che è possibile percorrere per riportare l’uomo alla felicità cui è logico aspirare.
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