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La regressione a vite passate, di cui Brian Weiss ci parla in questo libro, è un esempio di fenomeni straordinari della coscienza umana, oggi sempre più largamente accettati. Non dobbiamo sentirci a disagio né vergognarci di aver vissuto simili esperienze: per esempio, uno dei più grandi storici della nostra epoca, sir Arnold Toynbee, racconta che fu ispirato a scrivere la sua monumentale opera storica da esperienze personali che, benché spontanee, erano molto simili a quelle descritte da Brian Weiss.
Secondo le persone che hanno avuto esperienze di premorte ( uno di questi giorni vi racconto la mia ), in quei momenti, che sembrano gli ultimi della vita terrena, si impara che amare è la cosa più importante. La scoperta delle nostre vite passate non è soltanto un’emozionante avventura spirituale; nei luoghi più profondi della memoria – là dove cominciano ad apparire le immagini di altre epoche che abbiamo attraversato – si trovano le chiavi per risolvere problemi e traumi attuali, per sviluppare le nostre capacità e i nostri talenti, per rifondare su basi completamente nuove il nostro carattere.
Attraverso i sogni, la meditazione, o anche soltanto imparando a guarire la mente, ciascuno è in gradio di far emergere alla coscienza i momenti decisivi delle proprie vite passate, i nodi che bloccano il suo destino. E recuperarli significa scioglierli per sempre, conquistando una libertà interiore che nessun’altra forma di psicoterapia riesce, oggi, a garantire.
E’ impressionante ascoltare la voce dei pazienti di Brian Weiss. Le confessioni, le testimonianze, i ricordi quando sono sotto ipnosi regressiva, raccontano di mondi lontanissimi, in una maniera vivida e precisa. Buona lettura
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