|
Quasi senza accorgercene, stiamo passando a un tutto fittizio in cui le mediazioni che consentono lo sviluppo dell'identità, dunque la presa di coscienza dell'alterità e dei legami sociali, sono rimpiazzate dai media della solitudine. Quella fondamentale circolazione tra i tre poli dell'immaginario – immaginario individuale (il sogno), immaginario collettivo (i miti, i riti, i simboli) e finzione narrativa – viene così alterata, sfaldando le frontiere che ogni cultura istituisce tra sogno, realtà e finzione. È cominciata la «guerra dei sogni», ci avverte Augé, che dopo averci portato alle fonti dell'antropologia sociale, ci chiama a una morale della resistenza.
|