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"Sono le piccole cose che fanno la differenza. La mia piccola cosa è piantare alberi." Con questo semplice gesto Wangari Maathai ha creato il Green Belt Movement, il movimento ecologista che ha ridato respiro al suo Paese e nuove speranze alla Terra. Mettendo a dimora le piante, facendole crescere e prosperare, le donne keniote hanno sperimentato la forza del legame con l'ambiente, l'appartenenza a un tutto, il potere di cambiare le cose. Recuperare un rapporto diretto con la Natura, però, è solo il primo passo per ritrovare quella sintonia profonda - distrutta dalla cultura moderna - che da sempre ha garantito il benessere del pianeta e dei suoi abitanti, incluso l'uomo
È necessario guardare al nostro passato e riconoscere le radici spirituali di un intero retaggio di precetti etici e religiosi - dal tikkun olam (ripara il mondo) delle Scritture ebraiche al mottainai (non sprecare) della tradizione giapponese -, per capire che l'armonia naturale può essere ripristinata solo ispirando le nostre azioni ad autentici principi morali. Un nuovo punto di vista sulla difesa dell'ambiente, i cui valori, sostiene il premio Nobel per la Pace, coincidono con i più alti insegnamenti delle religioni. E la sintesi estrema che Wangari Maathai fa della sua attività altro non è che la "preghiera" che la Terra rivolge a ognuno di noi: è il "mantra delle tre R", ovvero Ridurre, Riutilizzare, Riciclare. Da queste linee guida e da queste azioni concrete dipende il futuro dell'umanità e del mondo intero.
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