|
È la diseguaglianza la madre di tutti i malesseri sociali. Non è l’ennesima riproposta di un astratto ideale egualitario di matrice socialista, ma il risultato di trent’anni di ricerche e comparazioni statistiche tra i dati raccolti in tutti i principali paesi sviluppati.
All’origine di questo alto tasso di infelicità ci sarà con ogni probabilità un maggior divario tra ricchi e poveri, una maggiore diseguaglianza. Lo dimostrano, cifre alla mano, gli autori di questo libro, risultato di trent’anni di ricerche e comparazioni statistiche tra i dati raccolti in tutti i principali paesi sviluppati.
Ne emerge un’inedita radiografia del mondo in cui viviamo. Siamo infatti abituati a pensare che la crescita economica abbia l’effetto automatico di rendere una nazione più sana e più soddisfatta. Ma oggi non è più così, perché i malesseri generati dalla diseguaglianza coinvolgono tutti: non solo i ceti più svantaggiati, ma anche quanti si collocano al vertice della scala sociale. La prospettiva aperta dal libro è chiara: se si vuole avviare un nuovo ciclo di crescita che ponga al centro la qualità della vita e non solo il Pil, occorre intervenire immediatamente per ridurre la forbice sociale cresciuta a dismisura tra anni ottanta e novanta.
|