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Gombrich, indologo di fama internazionale, traccia le idee guida orginali dell'insegnamento del Buddha e mette in luce come anche il Buddha abbia largamente attinto al vocabolario e al patrimonio ideologico del jainismo e del brahmanesimo di epoca tardo-vedica, rivoluzionandone le concezioni e sovvertendo il significato dei termini da essi mutuati. E ci mostra un Buddha che, in netto contrasto con la figura sovrumana e onnisciente della tradizione, procede per tentativi ed errori e affina col tempo la formulazione del suo insegnamento. Un insegnamento tutto incentrato sull'esperienza umana, vista come un processo privo di soggetto agente che, simile a un fuoco divoratore, arde dolorosamente fino a che non venga rimosso ciò che l'alimenta, consentendone l'«estinzione» – tale alla lettera il senso di nirvana. Solo allora potrà aversi il «risveglio», meta ineffabile di un sentiero che il Buddha si è adoperato costantemente a delineare.
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