Si può dire che lo Zen sia nato dall'incrocio tra il pensiero del Buddha e il pensiero di Lao Tzu: esso è una rara fioritura tra le vette più elevate, l'unione tra quelle cime. Nella sua sintetica chiarezza, l'opera di Sosan contiene ed espone, soprattutto per immagini e metafore., l'essenza dello Zen.
Osho Rajneesh la commenta come solo lui avrebbe potuto, non soltanto rendendola accessibile a tutti, ma introducendo in maniera spontanea il lettore alla meditazione. Il testo di Sosan, commentato da Osho, diventa quindi ancor più valido e importante: esso prepara a sperimentare in prima persona quel processo di illuminazione che è il vero destino dell'uomo.
Pagina dopo pagina, il lettore si trova suo malgrado a perdere quella nebulosità che giustificava una certa idea del mondo, e una vita separata dalla realtà: senza requie, si è richiamati a se stessi, al proprio essere, ad usare il proprio sentire per sperimentare il Reale nella sua immediata concretezza, nella sua realtà. La lettura diventa "il sentiero", un viaggio che, partendo dalla sfera logica abituale, porta inevitabilmente a ritrovare se stessi.