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Come dice il poeta, “è camminando che si fa il cammino” e il libro è il resoconto di un anno di viaggio all’insegna dell’improvvisazione, viaggio che, solo guardando indietro, si presta a essere strutturato in regole. Da una parte narrazione di viaggi e incontri, dall’altra manuale su come fare per costruirsi un’esperienza di barcastop minimizzando i rischi e sfruttando appieno i benefici, Il giro del mondo in barcastop è un libro piacevole e divertente. Si può consultare come un manuale o si può leggere come un piacevole racconto di viaggio. In entrambi i casi, la voce schietta e simpatica dell’autore ci accompagna con l’affabilità di un vecchio amico su rotte tutte da inventare.
Quando decisi di partire per un viaggio di un anno in giro per il mondo, non mi era mai frullata per la testa l’idea di sfruttare i passaggi offerti dalle moltissime barche che ogni anno solcano i mari. Non ero a conoscenza di questa possibilità e non pensavo fosse semplice trovare un imbarco senza pagare gli altissimi prezzi che le società di charter applicano per le solite, classiche, crociere in barca a vela. No, l’idea era quella di viaggiare da un continente all’altro in aereo e intanto visitare il Sud America, l’Australia, l’Africa, l’Asia spostandomi con pullman, treni o voli interni. Nessun programma dettagliato, nessun albergo prenotato, la completa libertà di cambiare itinerario in qualunque momento e di aggregarmi a nuove compagnie che, ne ero certo, avrei incontrato lungo la strada.”
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