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Hannah Arendt mette qui in campo tutta la ricchezza e la complessità dell'opera di Agostino, pensatore in bilico tra due mondi, quello greco e quello cristiano, impegnato in uno "sforzo tremendo ", di cui sono segno le linee interrotte del suo pensiero, credente per il quale non si trattò di "abbandonare le incertezze della filosofia a favore di una verità rivelata, ma di scoprire le implicazioni filosofiche della sua fede".
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